Mostra a cura di Ivan Malfatto, Roberto Roversi e Antonio Liviero. Da una idea di Sergio Campagnolo. Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e prodotta da Arcadia Arte.
Due storie, quella del rugby e della città di Rovigo, che si intrecciano al punto da diventare inseparabili. Rugby. Rovigo, città in mischia a Palazzo Roncale dal 22 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023.
“Rugby come Rovigo” è l’espressione di una identità, che non ha probabilmente equivalenti in Italia, non che altrove manchino tifo e passione per la squadra di casa, qui però, questi sentimenti, questi legami, assurgono a qualcosa di realmente speciale, come la mostra di Palazzo Roncale, Rugby. Rovigo, città in mischia, si propone di raccontare.
L’immagine che forse meglio riesce a sintetizzare questa singolarissima identità è quella che capita di cogliere negli slarghi e negli spiazzi verdi della periferia rodigina: gruppi di bambini e ragazzi giovanissimi che giocano con la palla ovale, anziché con il “normale” pallone.
Il rugby non è solo un “bello sport”, ma è elemento qualificante dell’identità del Polesine.
A Rovigo, infatti, il rugby non solo ha il ruolo che altrove ha il calcio, con la stessa capacità di aggregare le persone e diventare un simbolo in cui identificarsi, ma nel tempo ha anche contribuito all’unione sociale portando in campo, fianco a fianco, giocatori provenienti da classi sociali diverse, eppure uniti nel perseguire un obiettivo comune. Tutto ciò ha lasciato un segno profondo nella città, le cui tracce si trovano ancora oggi – nella passione con cui i tifosi sfoggiano i colori rossoblu della divisa ufficiale o con cui nei parchi i bambini si lanciano la palla ovale.
Ma quella di Rovigo e dei suoi atleti è anche una storia di rivalsa e successo: una lunga corsa che da un gruppo di amici appassionati del quartiere di San Bortolo ha raggiunto 13 scudetti nazionali, consacrando la squadra come una delle più titolate d’Italia. Perciò, non saranno solo gli amanti dello sport a restare affascinati nel ripercorrere le tappe di questa avventura nella mostra ideata da Sergio Campagnolo e curata da Ivan Malfatto, Roberto Roversi e Antonio Liviero.
Nella mostra Rugby. Rovigo città in mischia la cronaca agonistica funge da sfondo ad un racconto altro. Il racconto, appunto, di come e quanto la celebre Rugby Rovigo abbia avuto un peso nella società e nell’anima rodigina.
Realtà e mito, entrambi elementi pervasivi ed entrambi necessari e connessi.
Il ragazzo del quartiere di San Bortolo, grazie al rugby, riesce a conquistarsi un ruolo e un prestigio che altrimenti forse gli sarebbero stati prelusi. Può confrontarsi, senza alcuna subalternità, con il coetaneo della migliore borghesia cittadina. Il Polesine piagato (ma non piegato) dalla miseria e dall’alluvione, nel rugby ha trovato l’opportunità di conquistarsi i riflettori e l’ammirazione anche di chi all’epoca guardava a questo “meridione del Veneto” con sufficienza e distacco.
In mezzo secolo, da terra della pellagra, il territorio rodigino si è imposto come una delle punte avanzate del Nord-Est imprenditoriale. Ed è merito anche del rugby.
È evidente che la palla ovale qui ha creato coscienza di sé, orgoglio d’appartenenza, coesione sociale, determinazione. Fattori che stanno alla base non solo delle vittorie sul campo ma anche di quelle che i Polesani hanno saputo conquistarsi nell’altrettanto complesso terreno dell’economia e della società.
Le vittorie e le vicende di questa realtà hanno certamente appassionato il mondo del rugby, ma non c’è dubbio che si siano riverberate anche al di fuori di esso, influenzando positivamente la percezione di Rovigo e del Polesine a livello nazionale e internazionale. Per questo la mostra Rugby. Rovigo, città in mischia non è una mera, seppur meritata, celebrazione di partite e vittorie, ma un’occasione per capire e far capire l’unicità del fenomeno del rugby in queste terre: uno sport che vale come modello sociale di inclusività e accoglienza.
La mostra è curata da Ivan Malfatto, Roberto Roversi e Antonio Liviero, da una idea di Sergio Campagnolo. È promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e prodotta da Arcadia Arte.